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Oltre alla relazione esistente tra la normazione tecnica (volontaria) e la legislazione (cogente), legame che risulta essere a volte formalizzato per via del richiamo che i provvedimenti di legge fanno alle norme tecniche (per un approfondimento sul tema, si veda Norme e Leggi), il rapporto tra normazione e Stato (Comunità) va interpretato alla luce della portata dei benefici sociali e dei vantaggi economici che l'attività normativa induce a supporto delle politiche pubbliche e dell'azione amministrativa a livello locale, a livello nazionale ma anche a livello sovranazionale.
Le norme svolgono un ruolo chiave nella tutela degli interessi della collettività, nella protezione dell'ambiente e delle risorse: si può affermare che le norme esprimono, allo stato attuale, il livello più avanzato di interesse generale relativamente a un prodotto, un processo o un servizio. Per tali ragioni, per il fatto che l'interesse pubblico è l'interesse di tutti, lo Stato dovrebbe sentirsi fortemente motivato a promuovere un'efficace attività di normazione.
Qualsiasi politica pubblica trova nella normazione un naturale alleato per il ruolo regolamentativo, promotore, culturale e formativo che è capace di esprimere in ogni settore e con enormi conseguenze, potenziali e reali. Non si tratta solo di affermare dei princìpi validi per un modello teorico, per quanto difficilmente confutabili, ma di verificare nella prassi quanto il ricorso alla normazione sia stato utile da parte delle istituzioni.
Si può, quindi, affermare che le norme per certi aspetti assomigliano a un bene pubblico, o quanto meno, a un bene di pubblico interesse: esse vanno realizzate ma vanno anche tutelate al di là degli interessi di settore o privati. Le aziende che producono innovazione, infatti, potrebbero avere uno specifico interesse a non condividere le conoscenze, a escludere la competizione, a formare cartelli imponendo al mercato un proprio "standard". E la concentrazione è uno di quei casi in cui il potere pubblico ha il dovere di intervenire per limitare gli abusi di posizione dominante e far valere le regole della concorrenza.
Infine, UNI vede la partecipazione nel suo Consiglio Direttivo, tra gli altri, dei rappresentanti dei Ministeri interessati all'attività di normazione: Sviluppo Economico; Lavoro e Politiche Sociali; Difesa; Interno, Istruzione, Università e Ricerca; Infrastrutture e Trasporti; Salute.
Il Regolamento UE 1025/2012 affronta questo tema, affermando nell’articolo 7 che “Gli Stati membri favoriscono, ove appropriato, la partecipazione delle autorità pubbliche, comprese le autorità di vigilanza del mercato, alle attività nazionali di normazione finalizzate all’elaborazione o alla revisione delle norme richieste dalla Commissione a norma dell’articolo 10”.
Nell'ambito dei rapporti tra normazione e Pubblica Amministrazione è stata riconosciuta la funzione istituzionale dell'UNI nei confronti della società italiana, per i suoi fini economici e sociali nonché difesa degli interessi nazionali sui tavoli europei ed internazionali. Nel corso del convegno "La normazione volontaria nello Stato Comunità", organizzato da UNI il 16 giugno 2012, si sono delineate le seguenti opportunità di sviluppo del ruolo giuridico della normazione in Italia:
Come avviene per le imprese, anche la Pubblica Amministrazione riceve dall'applicazione delle norme dei benefici diretti. Tra le innumerevoli esemplificazioni possibili, quali quelle del settore sanitario o quello delle costruzioni, pensiamo alla quotidiana esperienza di ciascuno di noi come automobilista o come pedone: le norme sull'illuminazione, sulle barriere di sicurezza, sui giubbotti di emergenza catarifrangenti consentono di ridurre i fattori di rischio connessi all'utilizzo delle strade, perché sia la segnaletica sia una migliore visibilità contribuiscono a ridurre il numero degli incidenti. Vantaggi significativi anche in termini di riduzione di costi e di migliore utilizzo delle infrastrutture viarie, si sono avuti di recente, ad esempio, con l'uso di sistemi telematici di controllo degli accessi, di accertamento delle infrazioni e di addebito del pedaggio, nonché di sistemi segnaletici a distanza (pannelli a messaggio variabile) atti a gestire i flussi, promuovere comportamenti virtuosi, evitare gli ingorghi e favorire le deviazioni.
La normazione è un fattore strategico a supporto della Pubblica Amministrazione anche su un piano meramente operativo, ad esempio, nelle gare indette per gli appalti pubblici, dove il riferimento ai requisiti di norma facilita la stesura dei bandi, nonché la selezione dei fornitori o la valutazione del prodotto/servizio e, in ultima analisi, fornisce una garanzia anche sul piano della responsabilità penale; sia che si tratti di semplici prodotti (sedie o banchi, letti o strumenti chirurgici, attrezzature giochi o panchine, pavimenti o spogliatoi), sia che si tratti di servizi (erogazione dell'acqua, del gas, dell'energia elettrica, raccolta rifiuti, trasporti locali, sanità, cultura, edilizia residenziale pubblica) o di processi (come nel caso dei sistemi di gestione per la qualità dei servizi pubblici).
La cultura della qualità è destinata ad assumere una posizione cardine nella logica di apertura regolamentata dei mercati che fa sempre più ricorso a sistematiche ricognizioni delle esigenze dei clienti e del livello della loro soddisfazione. Ciò ha conseguenze precise proprio per la Pubblica Amministrazione, che non può sottrarsi all'impegno di garantire determinati livelli di servizio e di assicurare un sistematico ascolto delle esigenze dei cittadini e di verifica della loro soddisfazione. Le norme, anche in questo caso, finiscono col rappresentare il vocabolario comune tra l'istituzione pubblica e l'impresa e tra quest'ultima e gli utenti.