Notizie | 5 Luglio 2022

Parità di genere nelle imprese: un passo decisivo

La UNI/PdR 125 citata nel decreto.

Con la pubblicazione del Decreto 29 aprile 2022 della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità, i parametri minimi per la certificazione della parità di genere nelle imprese sono quelli definiti dalla UNI/PdR  125:2022.

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Adesso è legge: i parametri minimi per la certificazione della parità di genere nelle imprese sono quelli definiti dalla UNI/PdR  125:2022, “Linee guida sul sistema di gestione  per  la  parità di genere che prevede l’adozione di specifici KPI (Key Performance Indicator – indicatori chiave di prestazione) inerenti alle politiche di parità di genere nelle organizzazioni”.
Lo ha sancito il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità del 29.4.2022, pubblicato sulla GURI del 1 luglio.

frase gender equality lug2022Si completa quindi il processo nato all’interno del tavolo di lavoro UNI, poi condiviso con il tavolo di lavoro sulla certificazione di genere delle imprese in attuazione dello specifico progetto del PNRR ex decreto del Capo Dipartimento per le pari opportunità del 1.10.2021.

La disparità di genere ha le ore contate… Tutto è pronto affinché possa partire il percorso di cambiamento culturale nelle organizzazioni finalizzato alla parità di genere, che superi la visione stereotipata dei ruoli, che attivi i talenti femminili e stimoli la crescita economica e sociale del Paese agendo sui seguenti driver:

  • rispetto dei principi costituzionali di parità e uguaglianza;
  • adozione di politiche e misure per favorire l’occupazione femminile e le imprese femminili;
  • adozione di misure che favoriscano pari opportunità nell’accesso al lavoro, parità reddituale, pari opportunità di carriera e di formazione, piena attuazione del congedo di paternità;
  • promozione di politiche di welfare a sostegno del “lavoro silenzioso” di chi si dedica alla cura della famiglia;
  • adozione di misure specifiche di “uguaglianza sostanziale”;
  • integrazione del principio dell’equità di genere nella normativa nazionale.

Affinché le azioni “di parità di genere” siano efficaci, la prassi di riferimento definisce una serie di indicatori (KPI) percorribili, pertinenti e confrontabili, in grado di guidare il cambiamento e di rappresentare il continuo miglioramento.
Per garantire una misurazione olistica del livello di maturità delle singole organizzazioni, la UNI/PdR 125 individua 6 aree di valutazione per le differenti variabili che contraddistinguono un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere:

  1. cultura e strategia
  2. governance
  3. processi HR
  4. opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda
  5. equità remunerativa per genere
  6. tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

Ogni area è contraddistinta da un peso percentuale che contribuisce alla misurazione del livello attuale dell’organizzazione e rispetto al quale è misurato il miglioramento nel tempo.
Per ciascuna area di valutazione la prassi UNI identifica degli specifici KPI con i quali misurare il grado di maturità dell’organizzazione attraverso un monitoraggio annuale e una verifica ogni due anni, per dare evidenza del miglioramento ottenuto grazie alla varietà degli interventi messi in atto o delle correzioni attivate.

Il sistema si applica a partire dalle micro-organizzazioni (1-9 dipendenti) – con semplificazioni per le organizzazioni appartenenti alle micro e piccole – fino alle multinazionali.
I KPI sono di natura quantitativa e qualitativa: i primi sono misurati in termini di variazione percentuale rispetto a un valore interno aziendale o al valore medio di riferimento nazionale o del tipo di attività economica, i secondi in termini di presenza o assenza.
Ogni indicatore è associato a un punteggio il cui raggiungimento o meno viene ponderato per il peso dell’area di valutazione: è previsto il raggiungimento del punteggio minimo di sintesi complessivo del 60% per determinare l’accesso alla certificazione da parte dell’organizzazione.

Secondo il presidente UNI Giuseppe Rossiquesto provvedimento ha tre importanti significati per la normazione: conferma il ruolo sinergico con la legislazione; supporta la realizzazione del PNRR (nello specifico la Missione 5 C1–1.3) e mette in evidenza il valore sociale dell’attività della normazione“.