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Da oltre quindici anni la Commissione Europea ha individuato i prodotti a base biologica come un settore innovativo e promettente. E con buona ragione, perché offrono diversi vantaggi sia in termini di competitività industriale sia in termini ambientali.La maggior parte dei processi di produzione “bio-based” consumano infatti meno energia, emettono meno anidride carbonica e generano meno rifiuti tossici.
Ma è possibile rendere la filiera dei prodotti “bio-based” ancora più sicura e controllata?
La risposta si trova nella nuova UNI/PdR 135:2022 “Prodotti a base biologica - Indirizzi applicativi a livello di organizzazione e di prodotto per la qualificazione ambientale e sociale”, nata dal lavoro di UNI, Unitelma Sapienza e Technische Universität Berlin: lo schema fornisce indirizzi applicativi per la qualificazione ambientale e sociale di prodotti a base biologica (bio-based), con valutazioni di sostenibilità prendendo in considerazione il loro ciclo di vita, sia a livello di organizzazione che di prodotto.
Come è nato questo nuovo lavoro?
Tutto parte dalla norma di riferimento, la UNI EN 16751:2016 “Prodotti a base biologica - Criteri di sostenibilità”, che stabilisce criteri orizzontali applicabili alla parte biologica di tutti i prodotti a base biologica: il progetto europeo Horizon2020 STAR-ProBio (2017-2020) ha identificato diverse lacune relative all’applicabilità di tale schema, principalmente legate alla mancanza di indicazioni metodologiche su come sviluppare e applicare delle metriche per valutare gli indicatori.
Da qui, l’idea di una Prassi di Riferimento dedicata, che interviene a supporto dei produttori e che descrive come valutare operativamente e utilizzare i singoli indicatori di sostenibilità.
Nello specifico, due sono i tipi di qualificazione:
Il settore dei prodotti “bio-based” ha da oggi un nuovo strumento per tutelare i produttori e i consumatori!