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Per tutelare la salute degli operatori subacquei e del personale di assistenza, l’UNI ha pubblicato la nuova norma UNI 11366 “Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee e iperbariche professionali al servizio dell’industria”, un documento importante al quale si è pervenuti dopo circa quattro anni di lavoro e che ha visto il coinvolgimento di molti soggetti interessati sia sul piano dell’utilizzo (aziende e lavoratori) sia sul piano istituzionale (soggetti ministeriali, enti previdenziali, istituti di ricerca, università, organismi associativi).
La nuova norma UNI definisce i criteri e le modalità per l’esecuzione di attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria, le caratteristiche delle attrezzature e degli equipaggiamenti utilizzati ed i requisiti di natura professionale che deve possedere il personale coinvolto, tali da garantire la sicurezza e la tutela della salute dei medesimi lavoratori durante l’espletamento delle attività.
La norma fornisce indicazioni precise sulle modalità per la conduzione di operazioni subacquee: tali operazioni devono essere eseguite esclusivamente da personale qualificato ed esperto; le immersioni subacquee devono seguire precise ed indifferibili operazioni che consentano il monitoraggio ed il contatto costante ed ininterrotto fra l’uomo immerso e la superficie; in caso di emergenza deve essere consentito il ritorno in superficie, o comunque in una situazione di sicurezza, del personale impegnato direttamente nelle immersioni subacquee. Infine è indispensabile l’utilizzo di attrezzature specifiche ed adatte alle varie situazioni di lavoro che il sommozzatore professionista deve affrontare nella esecuzione di opere ed interventi subacquei.
Per quanto riguarda in particolare i requisiti delle attrezzature e degli equipaggiamenti la norma stabilisce che il capocantiere subacqueo debba verificare che siano robusti e costruiti con materiali adatti all’uso, che riportino l’indicazione della profondità massima di utilizzo, che siano dotati di un sistema di misurazione della profondità del sommozzatore controllabile dalla superficie, che siano stati sottoposti ad adeguata manutenzione, controllati, provati e ritenuti idonei all’uso e in regola con le leggi vigenti.
Indicazioni più specifiche vengono fornite dalla norma per quanto riguarda i requisiti delle manichette del gas di respirazione, dei caschi e delle maschere facciali, dell’imbragatura, dei compressori d’aria, dell’equipaggiamento di primo soccorso e per trattamenti terapeutici, ecc..
Nelle ore notturne la zona di lavoro in superficie deve essere ben illuminata e il sommozzatore deve essere dotato di una fonte di luce che gli permetta di essere facilmente individuato.
La norma UNI 11366 descrive nel dettaglio come devono essere effettuate le operazioni subacquee ad esempio in basso fondale (da 0 a 50 metri di profondità), in alto fondale (oltre i 50 metri), con campana aperta, con immersione da un mezzo di posizionamento dinamico.
Per ciascuna delle tipologie indicate, la norma stabilisce l’equipaggiamento minimo necessario all’immersione (ad esempio nel caso di immersioni con campana aperta muta di immersione, coltello, pinne, guanti, casco rigido o maschera facciale, cintura di zavorra a sgancio rapido, ecc), la composizione della squadra (ad esempio per il basso fondale oltre i 12 metri la squadra di lavoro deve essere costituita almeno da 1 capocantiere subacqueo e da 3 sommozzatori), il metodo d’immersione, le operazioni di decompressione…
Infine, le attività di addestramento e formazione per le funzioni lavorative subacquee ed iperbariche costituiscono un elemento indispensabile per preparare alla prevenzione dei rischi derivanti dall’esposizione a pressione e alle specifiche condizioni dell’ambiente subacqueo. Per questo motivo la norma UNI specifica i requisiti generali dei centri di formazione per l’addestramento (che devono tra l’altro operare con un sistema di gestione della qualità conforme alla UNI EN ISO 9001), i requisiti della struttura organizzativa per la gestione in sicurezza dell’addestramento, i requisiti di ammissibilità alle attività di addestramento subacqueo. Per citarne solo alcuni: chi richiede di fare un corso di formazione subacquea iperbarica deve essere sottoposto alle visite mediche e alla prova di funzionalità in ambiente iperbarico (la mancanza del requisito di idoneità medica esclude il richiedente da qualsiasi partecipazione alle attività di formazione).
La stesura della norma UNI, alla quale hanno partecipato rappresentanti di aziende di lavoro subacqueo, di costruttori di impianti iperbarici, istituti scientifici ed universitari, sindacato di lavoratori, rappresentanti di ministeri ed istituti di previdenza assicurativa, si è basata sulle Procedure Operative a suo tempo realizzate da AISI (Associazione Imprese Subacquee Italiane) e che riflettono specularmente le linee guida emanate in tutto il mondo da IMCA (International Marine Contractors Association).
Secondo il parere di Giovanni Esentato, segretario di AISI e responsabile del gruppo di lavoro “Sicurezza nelle attività subacquee ed iperbariche industriali” della Commissione Sicurezza UNI “La norma 11366 anticipa di poco il progetto di legge 344 che è in discussione alla Camera dei Deputati e colma una lacuna normativa che era tutta italiana nel contesto delle nazioni europee e consentirà di adeguare le procedure operative aziendali e le disposizioni di HSE (Health and Safety Executive) ai massimi standard di sicurezza internazionali, nonché - una volta varata anche la legge - risulterà essere un quadro normativo e legislativo che consentirà più spedite attività subacquee professionali all’insegna di grande sicurezza per gli addetti. Permetterà inoltre alle aziende italiane di concorrere sul mercato con proprie norme e regole senza essere costrette a “pagare la gabella” a organizzazioni straniere per ottenere omologazioni alle procedure operative aziendali per partecipare alle gare di appalto internazionali”.
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