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Sacchetti di plastica, addio. Per legge dal 1° gennaio 2011 è vietato commercializzare i sacchetti di plastica usa e getta.
Anche l'Italia si affianca così ad altre nazioni del mondo, abolendo questo tipo di sacchetti come richiesto anche dal direttore del Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) nell'anno dedicato alla biodiversità. Nel frattempo quasi tutte le catene della grande distribuzione, compresi gli hard discount, hanno anticipato la legge e ben 150 comuni hanno già vietato i vecchi sacchetti o hanno attivato iniziative di disincentivo al sacchetto di plastica a perdere.
Per capire se un sacchetto è veramente “amico dell’ambiente”, possiamo affidarci alla norma europea EN 13432 "Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione - Schema di prova e criteri di valutazione per l'accettazione finale degli imballaggi" pubblicata in Italia come norma UNI EN 13432.
Questa norma, il cui numero si può trovare stampato sul sacchetto stesso, è stata riconosciuta dalla Commissione europea come strumento per garantire la conformità ai requisiti stabiliti dalla direttiva 94/62/CE (e sua modifica 2004/12/CE) sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio. La norma UNI EN 13432 permette di determinare se un materiale può essere definito "compostabile", ossia biodegradabile e disintegrabile in tempi brevi, o se può essere trattato in condizioni anaerobiche. La norma è un punto di riferimento per i consumatori, i produttori di materiali, le autorità pubbliche e i compostatori.
La UNI EN 13432 considera in particolare quattro caratteristiche:
I sacchetti prodotti secondo la norma UNI EN 13432 si decompongono in biossido di carbonio, biomassa e acqua e rispondono pertanto ai requisiti richiesti a livello europeo.
Diffusione UNI
tel. 0270024200, fax 025515256
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