Notizie | 16 Ottobre 2025
ISO Annual Meeting di Kigali: i risultati raggiunti, le sfide future
La prima volta dell’Assemblea in un paese dell’Africa centrale.
L’ISO Annual Meeting 2025, ospitato quest’anno presso la moderna e avveniristica struttura del Convention Centre di Kigali in Ruanda, si è concluso venerdì scorso con un bilancio molto positivo. Un risultato che testimonia la vitalità della comunità internazionale della normazione, la sua profonda coesione nel raggiungere obiettivi comuni e il ruolo che gli standard possono portare per favorire il progresso, promuovere la fiducia dei mercati e guidare la società verso un futuro equo e sostenibile.

Una settimana di lavori intensi e produttivi, cominciati con una coinvolgente cerimonia di apertura composta di canti e balli intesi a valorizzare la cultura africana: un doveroso omaggio a un continente che vede importanti economie emergenti e che è destinato a giocare un ruolo sempre più rilevante a livello internazionale.
In tal senso il fatto che questo fondamentale appuntamento si sia svolto per la prima volta nella storia ISO in un paese dell’Africa centrale ha un valore simbolico di assoluto rilievo.
L’Assemblea Generale ISO ha dunque riunito esponenti della governance e membri ISO da tutto il mondo per un prezioso momento di confronto e collaborazione. Sullo sfondo un tema dominante – “United for impact” – che ha costituito un vero filo conduttore per delineare ambiziosi percorsi di sviluppo per il futuro dell’ISO, rafforzando il sistema di standardizzazione globale e riaffermando l’importanza di lavorare insieme per affrontare le sfide comuni che ci attendono. Illuminanti in questo senso le parole del Presidente ISO, Sung Hwan Cho, che ha sottolineato quanto un autentico spirito di collaborazione e cooperazione sia fondamentale: “Credo fermamente che le partnership, nel mondo della normazione e non solo, siano determinanti per raggiungere qualsiasi obiettivo. Dobbiamo uscire dai nostri steccati e condividere le conoscenze“.
E proprio partendo da questo principio collaborativo, che rende particolarmente coesa la comunità ISO, il Presidente Cho ha voluto ricordare alcuni dei risultati più significativi conseguiti nell’ultimo anno: la partecipazione alla COP29 di Baku (la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è tenuta lo scorso novembre) e al World Economic Forum di Davos dello scorso gennaio; la costituzione di nuovi comitati tecnici su città intelligenti e sostenibili nonché il lancio di “ISO Companion“, assistente AI per lo sviluppo degli standard.
Quest’ultimo punto ha fornito anche l’occasione per presentare il Summit Internazionale sugli Standard per l’IA previsto per il prossimo dicembre a Seul.
Nel suo rapporto all’Assemblea, il Segretario generale Sergio Mujica ha voluto ricordare che, pur in un contesto di crescita economica contenuta (3% nel 2025), l’ISO resta impegnata nella sua missione di migliorare la vita delle persone attraverso la diffusione di standard condivisi. Un impegno che si rinnova e che passa anche attraverso tre direzioni: revisione della governance (promuovendo diversità, competenze e inclusività); revisione del modello di business; coinvolgimento dei membri.
In questo quadro generale, un aspetto di estrema rilevanza è dato dalla evoluzione digitale che, anche grazie a una attiva collaborazione con IEC e ITU per una governance congiunta, trova al momento tre grandi progetti chiave: il già citato ISO Companion (l’assistente AI per esperti e utenti); SMART (per un accesso semplificato agli standard); OST (una nuova modalità di gestione dei progetti).

Significativi i risultati raggiunti in tema di sostenibilità ed economia circolare.
Sul versante sostenibilità, ai progressi relativamente agli impegni presi con la London Declaration (cioè integrare le considerazioni climatiche in ogni fase di sviluppo degli standard) si aggiungono nuovi standard su net zero e biodiversità e una maggiore chiarezza sulla misurazione delle emissioni GHG (gas a effetto serra).
Per quanto riguarda la auspicata transizione verso un modello di economia circolare, gli standard internazionali si dimostrano sempre più strumenti chiave per trasformare obiettivi generali in azioni concrete.
Uno sforzo collettivo e congiunto, supportato da una intensa attività tecnica che ha visto nell’ultimo anno numeri di tutto rispetto: 4000 riunioni (di cui il 70% da remoto) e l’avvio di oltre 1000 nuovi progetti.
L’Assemblea Generale ISO di quest’anno ha fornito anche l’occasione per un passaggio di grande rilevanza prospettica: è stato infatti firmato da ISO e ARSO (Organizzazione Africana per la Standardizzazione) l’Accordo di Kigali che – ispirato al modello dell’Accordo di Vienna – prevede il supporto alla implementazione di un’Area di Libero Scambio Africana (AfCFTA), l’adozione di standard ISO con doppio logo e il consolidamento della capacità tecnica e la co-creazione di standard in Africa.
L’Assemblea ha poi provveduto al rinnovo di alcune importanti cariche della governance: un momento atteso e che ha segnato un notevole risultato per il nostro Paese. Un risultato che UNI saluta con particolare soddisfazione e comprensibile orgoglio: il nostro Direttore generale, Ruggero Lensi, è stato infatti nominato Vicepresidente Tecnico ISO per il biennio 2027-2028 (vd. “Ruggero Lensi nuovo Vicepresidente Tecnico ISO“), succedendo così allo spagnolo Javier García.
Ruggero Lensi, che nel suo nuovo incarico svolgerà un ruolo chiave nella attuazione delle politiche di normazione a livello internazionale, anche attraverso la guida dell’ISO/TMB (Technical Management Board), non ha nascosto la sua profonda emozione per la nomina, definendola un “momento straordinario” e ha promesso di affrontare il nuovo prestigioso ruolo con responsabilità e dedizione, con lo stesso spirito e lo stesso entusiasmo che dal 1992 lo vedono impegnato nel mondo della normazione.
Tra le numerose sfide che attendono l’ISO e che saranno oggetto di specifica attenzione, Ruggero ne ha volute sottolineare tre di particolare rilevanza: collegare governance strategica e comitati tecnici, creando un ponte tra le decisioni top-down e il lavoro tecnico bottom-up; attuare la trasformazione digitale integrando l’intera catena del valore nella digitalizzazione degli standard; promuovere l’inclusività, garantendo che tutti i membri si sentano rappresentati e coinvolti nel lavoro del TMB.
L’Italia esce dunque da questo contesto internazionale con la conferma di un ruolo di primo piano e una accresciuta visibilità a livello globale che accoglie con rispetto e responsabilità.