Notizie | 28 Aprile 2020
Accessibilità ICT: le norme UNI a supporto della non discriminazione
Una norma UNI rende… più accessibili i 600 euro del contributo INPS ai liberi professionisti. E’ la UNI EN 301549.
Nella creazione di prodotti e servizi è importante garantire l’accessibilità anche da parte di persone con disabilità.
Progettare un ascensore, una rampa, un percorso tattile per non vedenti significa farlo applicando degli standard che consentono di ridurre le barriere verso le persone con disabilità, spesso in modo “non invasivo” per gli altri utenti.
Pensiamo ad esempio a quando prendiamo un mezzo pubblico e abbiamo un display e contemporaneamente una voce che ci informa della prossima fermata. In questo modo una soluzione tecnica nata per fornire supporto alle persone non udenti (messaggio visivo) e non vedenti (messaggio audio) diventa un utile strumento per tutti. Possiamo continuare ad esempio con le tastiere dove i tasti “J” e “F” (e “5” nel tastierino numerico) sono segnati per consentire alle persone non vedenti di identificarli e quindi di utilizzare la tastiera. Allo stesso modo l’identificazione del tasto 5 su un bancomat progettato secondo standard di accessibilità consente alle persone non vedenti e ipovedenti di avere rispettivamente una “guida vocale” e dei caratteri più leggibili (testo giallo grande su fondo nero), mentre tutti gli altri utenti hanno la classica interfaccia.
Tutti questi esempi servono a dimostrare che in diversi settori, soprattutto in quello relativo a prodotti del mondo ICT, con una corretta progettazione non è necessario creare prodotti e servizi dedicati alle persone con disabilità in quanto queste ultime sono in grado – tramite delle tecnologie di supporto (tecnologie assistive) – di interagire con il personal computer e i prodotti ICT in generale in modalità equivalenti alla nostra.
Sviluppare prodotti non conformi alle regole di accessibilità significa discriminare le persone con disabilità.
Dal 2006 esiste una legge (Legge n. 67/2006) che ha lo scopo di rimuovere le discriminazioni dirette o indirette verso le persone con disabilità ed è attiva sia nel settore della pubblica amministrazione che nel settore privato e consente al giudice di ordinare l’immediata rimozione della discriminazione, indennizzando anche la persona con disabilità.
Se ci spostiamo al mondo del web, le regole e le norme esistono da anni, spesso però inapplicate sia nella pubblica amministrazione che nel settore privato.
La legge n.4/2004 impone ai soggetti pubblici di eliminare ogni “barriera architettonica” digitale, sia per le apparecchiature informatiche che per i servizi erogati (sia on line che off line).
Invece non è stato previsto alcuno strumento per consentire alle persone non vedenti di ottenere il contributo via internet.
Nella piena emergenza economica dovuta al coronavirus, questa condizione non è stata considerata nell’ambito della domanda per i famosi 600 euro di contributo ai liberi professionisti sul sito dell’Inps. In base a questo, l’associazione Luca Coscioni ha fatto formale diffida, in base alla legge n. 67/2006, per discriminazione in quanto il modulo per i 600 euro è risultato inaccessibile a persone con disabilità.
La norma europea armonizzata UNI EN 301549 è il riferimento tecnico della Direttiva (UE) 2016/2102, relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici.
Tale direttiva è stata recepita con l’aggiornamento della normativa nazionale in materia di accessibilità web e mobile, e dalle linee guida dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) che contengono riferimenti diretti alla norma – al fine di garantire omogeneità nel mercato europeo.
L’Italia è il primo Paese europeo ad aver pubblicato la traduzione nella lingua nazionale della norma EN 301549:2018.
Considerato l’impatto sociale di questa norma, UNI – su richiesta dell’Agenzia per l’Italia digitale – ha deciso di rendere la versione italiana gratuitamente e liberamente scaricabile dal catalogo online, in modo tale da garantirne e favorirne la più ampia diffusione e il massimo utilizzo possibile (trattandosi di una norma necessaria sia alle PA che ai soggetti fornitori di servizi e prodotti per la PA).
Il file stesso della norma è il primo ad avere tutte le caratteristiche di accessibilità previste per poter essere fruito da parte di tutti.
La norma specifica i requisiti di accessibilità funzionali applicabili ai prodotti e ai servizi ICT, nonché una descrizione delle procedure di prova e della metodologia di valutazione per ogni requisito di accessibilità in una forma adatta ad essere utilizzata negli appalti pubblici in Europa. La norma potrebbe essere utile per altri scopi come gli appalti nel settore privato, stante che la normativa sulla discriminazione diretta e indiretta delle persone con disabilità impatta, come già detto, anche nel settore privato.
I contenuti della norma prevedono indicazioni in ambito ICT per prestazioni funzionali, requisiti generici, ICT con comunicazione vocale bidirezionale, con funzionalità video, hardware, web, documenti non web, software e servizi di supporto.
Nel caso specifico del sito INPS, era sufficiente applicare quindi delle regole basilari per l’accessibilità delle persone non vedenti, consentendo alle tecnologie assistive di identificare i campi da compilare.
Ciò deve insegnare che la produzione di soluzioni ICT, comprese le applicazioni web, necessitano di professionalità con conoscenza delle regole tecniche per evitare discriminazioni e in questo caso la UNI EN 301549 ci viene in aiuto.
Roberto Scano – Presidente UNI/CT 531 “eAccessibility”