Notizie | 12 Ottobre 2021
Sistemi radianti per la climatizzazione degli ambienti
La recente edizione della UNI EN 1264 sui sistemi radianti per la climatizzazione alimentati ad acqua presenta molte novità. Vediamo quali…
Elaborata nell’ambito del CEN/TC 130, a segreteria italiana, la nuova edizione della UNI EN 1264 è strutturata in cinque parti e rappresenta una importante novità per il settore. Un approfondimento…

di Anna Martino
Funzionario Tecnico CTI
I sistemi radianti per la climatizzazione degli ambienti costituiscono una soluzione impiantistica sicuramente interessante e ormai largamente adottata sia nei nuovi edifici sia negli interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico.
I sistemi radianti idronici, costituiti da serpentine in materiale plastico annegate nelle strutture dell’edificio (pavimenti, soffitti e pareti), consentono all’impianto di lavorare in riscaldamento con basse temperature del fluido termovettore (30-35°C circa) e si rivelano quindi particolarmente adatti ad essere accoppiati con sistemi di generazione ad alta efficienza quali caldaie a condensazione e soprattutto pompe di calore, garantendo quindi buone prestazione in termini di risparmio energetico.
Oltre alla tradizionale applicazione in riscaldamento, alcuni sistemi sono in grado di funzionare anche in regime di raffrescamento, consentendo di controllare il calore sensibile degli ambienti, con temperature del fluido termovettore sufficientemente elevate (18-20 °C) così da evitare eventuali problemi di condensa sulle superfici interne.
Si tratta quindi di una soluzione impiantistica interessante, ampiamente utilizzata nel settore residenziale, ma che trova impiego in edifici con diverse destinazioni d’uso: uffici, edifici industriali e luoghi di culto.
I sistemi radianti si integrano alla struttura dell’edificio consentendo di ridurre l’ingombro negli ambienti che possono quindi essere arredati con maggiore flessibilità.
Grazie a soluzioni innovative a basso spessore, recentemente introdotte sul mercato, possono essere convenientemente utilizzati anche nelle ristrutturazioni, ove vi siano limitazioni nelle altezze interne degli ambienti.
Sebbene siano una tecnologia consolidata, i sistemi radianti sono sempre in costante evoluzione e richiedono pertanto che il quadro normativo di riferimento sia continuamente aggiornato per riflettere le innovazioni del settore.
La prima edizione della principale norma di riferimento, la UNI EN 1264, seguita nel suo sviluppo dalla Commissione tecnica del CTI Comitato Termotecnico Italiano “Componenti degli impianti di riscaldamento – Emissione del calore (radiatori, convettori, pannelli a pavimento, soffitto, parete, strisce radianti)” (UNI/CT 254) – risale infatti ben al 1997.
Una prima revisione, avvenuta nel 2011 ne aveva ampliato il campo di applicazione ai sistemi a parete e soffitto e al funzionamento in raffrescamento.
La nuova edizione, pubblicata recentemente (nel mese di luglio 2021), provvede ad aggiornare il documento includendo le nuove soluzioni tecnologiche, nonché fornendo chiarimenti in merito al campo di applicazione che è limitato ai sistemi montati, direttamente o con supporti di fissaggio, in aderenza alle strutture dell’edificio, mentre i sistemi che presentano un’intercapedine che consente la circolazione dell’aria tra il sistema stesso e la struttura dell’edificio sono trattati dalle norme UNI EN 14037 e UNI EN 14240.
La UNI EN 1264, elaborata nell’ambito del CEN/TC 130 (“Space heating and/or cooling appliances without integral thermal sources”) che ha segreteria italiana e a cui partecipano attivamente gli esperti nazionali della già citata commissione UNI/CT 254, è sostanzialmente una norma di prodotto che descrive la metodologia di prova in laboratorio e, per alcune tipologie, la possibilità di ricorrere a metodologie di calcolo per la determinazione della resa termica dei sistemi.
Il documento fornisce inoltre indicazioni per la progettazione e la corretta installazione dei sistemi.
La norma, dal titolo generale “Sistemi radianti alimentati ad acqua per il riscaldamento e il raffrescamento integrati nelle strutture” è strutturata in cinque parti:
- Parte 1: Definizioni e simboli
- Parte 2: Riscaldamento a pavimento: metodi per la determinazione della potenza termica
- Parte 3: Dimensionamento
- Parte 4: Installazione
- Parte 5: Determinazione della potenza termica di riscaldamento per pareti e soffitti e di raffrescamento per pavimenti, pareti e soffitti
Tra le nuove tipologie di sistemi radianti inclusi nella norma figurano i cosiddetti TABS (Thermo-active Building Systems) sistemi ad attivazione termica della massa, particolarmente utilizzati nel nord Europa (tipi E e F), i sistemi adatti ad essere impiegati su solai in legno (tipo G) e infine le soluzioni a basso spessore e bassa inerzia (tipi H, I e J) particolarmente pensati per gli interventi sull’esistente.

Esempi di sistemi radianti a pavimento di tipo I
Una modifica importante riguarda la modalità di calcolo della resistenza termica: la nuova edizione ha infatti chiarito che nel calcolo dello spessore del materiale isolante si deve considerare solo la parte piana del pannello, escludendo quindi le eventuali bugne.
Modificato anche il valore limite della temperatura media superficiale della parte attiva dei pannelli a soffitto, che è stato innalzato da 29 °C a 33°C.
Numerose modifiche hanno riguardato la parte 4 dove si è provveduto a precisare che per i sistemi radianti utilizzati per le riqualificazioni edilizie la resistenza termica minima del sistema, Rλ,ins, può essere determinata tenendo conto anche dell’effettiva resistenza termica della struttura dell’edificio, compresi gli strati isolanti.
Sono state infine fornite precisazioni in merito alle tipologie di giunti ed è stato inserito un nuovo paragrafo per definire le procedure di verifica dell’asciugatura del massetto, con riferimento al metodo del carburo di calcio per le diverse tipologie di massetto.
Anna Martino
Funzionario Tecnico CTI