Notizie | 22 Gennaio 2020
Radioattività nell’ambiente e protezione dalle radiazioni
Cinque norme ISO in adozione per la Commissione Tecnologie nucleari e radioprotezione.
Sono di competenza della Commissione Tecnologie nucleari e radioprotezione cinque progetti di norma entrati nella fase dell’inchiesta pubblica preliminare. Da venerdì 17 gennaio le schede dei progetti sono disponibili sulla banca dati online e aperte ai vostri commenti.
UNI1607440 “Misura della radioattività nell’ambiente – Aria: radon-222” specifica i requisiti per determinare la concentrazione di attività del radon in tutti i tipi di edificio (singole abitazioni, edifici pubblici o industriali, edifici sotterranei, etc.). Descrive anche i metodi di misura per determinare la media annuale di concentrazione di attività del radon negli edifici e tratta le indagini necessarie per identificare la sorgente, le vie di ingresso e i percorsi di diffusione del radon negli edifici. La futura norma descrive infine i requisiti applicabili per le verifiche immediate post-mitigazione dopo che sono state implementate azioni di rimedio, per il monitoraggio dell’efficacia delle azioni realizzate nonché le verifiche di sostenibilità degli edifici in relazione al radon. Adotta ISO 11665-8:2019 e sostituisce UNI ISO 11665-8:2015.
L’omogeneizzazione delle terminologie e l’approfondimento tecnico da parte degli addetti ai lavori permetterà una maggiore armonizzazione delle tecniche impiegate in Italia. Il monitoraggio del radon in tutti gli edifici sarà oggetto di legislazione in recepimento di una direttiva europea: una serie di norme tecniche sarà di estrema utilità.
UNI1607354 “Protezione dalle radiazioni – Monitoraggio e dosimetria interna per materiali specifici – Parte 2: Ingestioni di composti di uranio” (adozione ISO 16638-2:2019) specifica i requisiti minimi per progettare un piano professionale di monitoraggio per lavoratori esposti al rischio di ingestione di composti dell’uranio. Stabilisce le procedure e le ipotesi per l’analisi del rischio, per i programmi di monitoraggio e l’interpretazione standardizzata dei dati di monitoraggio al fine di ottenere livelli accettabili di affidabilità per l’uranio e i suoi composti. Nonostante nel panorama nazionale le probabilità di applicabilità della norma possano essere limitate, l’adozione della norma fornisce un documento di riferimento e di confronto per la struttura e la definizione dei criteri e ipotesi alla base di tutti piani di monitoraggio per la tutela dei lavoratori esposti a rischi di contaminazione radioattiva.
Adottano la norma ISO 18589 parti 4, 5 e 6 i progetti UNI1607466, UNI1607467 e UNI1607468 in tema di misurazione della radioattività nell’ambiente, più precisamente al suolo. Andranno a sostituire UNI ISO 18589-4:2015, UNI ISO 18589-5:2015 e UNI ISO 18589-6:2015.
UNI1607466 descrive un metodo per la misura degli isotopi plutonio 238 e plutonio 239 + 240 nel suolo mediante spettrometria alfa utilizzando tecniche di separazione chimica: può essere utilizzato per qualunque tipo di studio o monitoraggio ambientale. Queste tecniche sono anche utili per misure livelli estremamente bassi di attività, di uno o due ordini di grandezza minori del livello dei radionuclidi naturali alfa emettitori. I metodi descritti possono essere usati anche per la misura dei radionuclidi in fanghi, sedimenti, prodotti e materiali da costruzione a seguito di un’appropriata procedura di campionamento.
UNI1607467 descrive i principi per la misura dell’attività dello stronzio 90 (90Sr) in equilibrio con l’ittrio 90 (90Y) e lo stronzio 89 (89Sr), radionuclidi beta emettitori puri, in campioni di suolo. Per preparare le sorgenti di stronzio e ittrio, le cui attività sono determinate utilizzando contatori proporzionali (PC, Proportional Counter) o contatori a scintillazione liquida (LSC, Liquid Scintillation Counter), sono presentati diversi metodi di separazione chimica. La scelta del metodo di misura dipende dall’origine della contaminazione, dalle caratteristiche del suolo da analizzare, dall’accuratezza richiesta per la misurazione e dalle risorse dei laboratori a disposizione. Questi metodi sono utilizzati per il monitoraggio di suoli in seguito a rilasci liquidi o aeriformi, accidentali o di routine, avvenuti in passato o recenti.
UNI1607468 fornisce un metodo che consente la stima dell’attività totale degli alfa e dei beta emettitori presenti in campioni di suolo. Si applica, essenzialmente, a controlli sistematici basati su misurazioni comparative o a studi preliminari di un sito per guidare gli addetti ai lavori sia nella scelta dei campioni di suolo da sottoporre prioritariamente a prova, sia nella scelta di specifici metodi di analisi da implementare. Il suolo include rocce da strato roccioso del sottosuolo e minerali, così come prodotti e materiali da costruzione e ceramici, etc. con materiali NORM (naturally occurring radioactive materials) o quelli derivanti da processi tecnologici che coinvolgono TENORM (Technologically Enhanced Naturally Occurring Radioactive Materials), ad esempio nei processi di estrazione e lavorazione di sabbie minerali o la produzione e l’uso di fosfati nei fertilizzanti.
La norma, nelle sue parti, consiste in un insieme di pratiche ben consolidate a livello internazionale (le parti 2 e 3 sono alla seconda edizione), e copre in maniera esaustiva le attività di monitoraggio del suolo ai fini della radioprotezione, dalla pianificazione del campionamento all’esecuzione delle prove, sia in laboratorio che in campo. Non esiste una norma UNI analoga, nonostante le tecniche descritte nella ISO 18589 siano ampiamente diffuse in Italia.
Chiunque fosse interessato può inviare i propri commenti entro il 31 gennaio 2020, data di fine inchiesta (>> vai alla banca dati dei progetti).