Notizie | 27 Novembre 2025

Parità di genere: si è tenuta a Milano l’ultima attesa tappa del nostro Road Show

Non poteva che concludersi presso la “casa della normazione” il viaggio NO GENDER GAP sulle tracce della UNI/PdR 125, della sua diffusione e dell’impegno delle Istituzioni per la sua promozione.

Si è concluso a Milano il Road Show che UNI ha organizzato per scoprire dati, numeri e diffusione delle politiche di parità di genere nel nostro Paese.
Partito lo scorso maggio da Catanzaro, questo viaggio per l’Italia ha toccato anche Firenze (a giugno) e Genova (a ottobre). Un ricco percorso che ha permesso anche di conoscere più da vicino aziende, organizzazioni sia pubbliche che private, istituzioni, professionisti che stanno lavorando per ottenere o già hanno ottenuto la certificazione in conformità alla UNI/PdR 125, il primo documento – pubblicato nel 2022 – che fornisce delle linee guida chiare e specifici KPI (cioè un set di indicatori di prestazione) inerenti alle politiche di gender equality. Uno strumento fondamentale per qualsiasi organizzazione, che permette di adottare un sistema di gestione per la parità di genere, di misurare i risultati raggiunti e… di comunicarlo all’esterno.

Questo viaggio è quindi infine approdato a Milano, proprio nella “casa della normazione”, cioè presso la sede UNI di via Sannio, che ha accolto – come nelle precedenti tappe di questo percorso – una platea di partecipanti attenta e consapevole della portata non solo etica e sociale del tema.

L’incontro è stato introdotto dal Presidente UNI, Marco Spinetto, che ha sottolineato come la indubbia diffusione di politiche “DEI” (Diversity, Equity and Inclusion) nelle aziende si basi senza dubbio su un cambio di paradigma, che tuttavia deve essere ulteriormente – e urgentemente – incentivato e accelerato.
I numeri ci aiutano a comprendere la dimensione del problema, sia a livello globale che nazionale: secondo il più recente Global Gender Gap Report del World Economic Forum serviranno infatti in media 123 anni per colmare del tutto il divario globale tra uomini e donne, mentre – per venire a casa nostra – l’Italia si colloca attualmente solo all’85° posto su 148 Paesi per livello complessivo di uguaglianza.
Dati che, ribadisce Spinetto, evidenziano un oggettivo ritardo del nostro Paese che va al più presto colmato, tanto più che l’Italia è uno dei Paesi fondanti dell’Unione europea.

Ma è bene mettere in rilievo che il tema della parità di genere non risponde solo a esigenze di equità sociale, bensì ha a che fare anche con la sfera della efficienza e della competitività. Marta Spinelli, Vicepresidente di Assolombarda, lo rimarca ricordando che esiste una stretta correlazione tra occupazione femminile e crescita del PIL, così come il perseguimento di un’autentica gender equality (che è anche uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU) ha ricadute positive in termini di produttività e di innovazione. Insomma: la parità di genere migliora le performance aziendali.

Nella tavola rotonda che ne è seguita, il Direttore generale UNI Ruggero Lensi ha posto nuovamente l’attenzione sulla UNI/PdR 125 e in particolare su due aspetti che rendono questo documento così significativo. Il primo riguarda l’importanza di avere delle metodologie di misurazione condivise. Ad oggi oltre 10mila imprese, grazie alla UNI/PdR 125, hanno deciso di misurare le proprie performance a livello di gender equality e di comunicarlo all’esterno (la certificazione in conformità alla UNI/PdR 125 implica il rilascio del marchio UNI). Esistono però anche molte altre organizzazioni che seguono le linee guida definite nella prassi di riferimento, pur non essendo – di fatto – certificate: ed è una realtà di cui tenere conto. Ma ovviamente esiste un ampio margine di miglioramento, in considerazione del tessuto imprenditoriale molto frastagliato esistente in Italia composto per lo più di micro, piccole e medie imprese (secondo i dati di Confartigianato le PMI sono il 98%). E qui è opportuno sottolineare un altro aspetto di forza della UNI/PdR 125: essa è pensata infatti per tutte le tipologie di organizzazione ed è quindi uno strumento che può essere adattato ai più vari contesti.

Se quindi i numeri relativi all’applicazione della UNI/PdR 125 sono lusinghieri e se il tema della parità di genere comincia a far breccia nella sensibilità comune e a diventare patrimonio condiviso, è pur vero che – come ha ricordato opportunamente l’avvocata Ester Viola – viviamo in una società che fino al 1981 prevedeva ancora il delitto d’onore nel Codice Penale.
E, sebbene i passi in avanti siano stati notevoli, va detto che la strada è ancora molto lunga. È Annamaria Gandolfi, Consigliera di parità effettiva di Regione Lombardia, a evidenziare una realtà molto sfaccettata. A fronte di una presenza femminile nei Consigli di Amministrazione (CDA) delle società che adesso si attesta attorno al 40% (un dato in lento ma costante incremento), si registra un aumento delle denunce per molestie sui luoghi di lavoro.

Un mix di progresso e di arretratezza che riporta il tema ai suoi termini basilari: prima che di politiche sociali, la parità di genere è una questione culturale. Un dato emblematico: circa il 64% degli uomini usufruisce del diritto al congedo di paternità. Una percentuale che si abbassa se si parla di congedo parentale facoltativo, con motivazioni spesso legate ai contraccolpi negativi in termini di carriera professionale.
In breve, oltre ad una struttura sociale ed economica che sembra spesso porre ancora ostacoli a una effettiva parità di genere, esiste anche una radicata trama di stereotipi e di bias cognitivi che coinvolgono la collettività e che forse solo una costante diffusione di buone pratiche può avere la capacità di abbattere.

Lo spazio dato alle storie e alle esperienze concrete maturate in questi ultimi anni da organizzazioni, istituzioni e figure professionali che si sono avvalsi della prassi di riferimento UNI/PdR 125 è servito quindi a tracciare idealmente un percorso virtuoso che, ci auguriamo, possa sempre più diffondersi. Siano studi legali o commercialisti, aziende come Unicalce, pubbliche amministrazioni come il Comune di Milano o ancora microimprese come Q-print, tutti hanno portato la loro preziosa testimonianza in questa tappa finale di questo nostro viaggio per l’Italia.

Un viaggio che si è concluso con un ospite d’eccezione, Neri Marcorè, che attraverso un monologo, una “intervista” alla nostra Responsabile Innovazione e Standardizzazione Elena Mocchio e qualche apprezzato intermezzo musicale, ha ricordato che anche di temi così sensibili e rilevanti si può parlare con la dovuta leggerezza e simpatia.
Ridere di noi stessi, con intelligenza, è un buon punto di partenza per cominciare veramente a costruire una società più equa ed inclusiva.

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