Notizie | 4 Novembre 2025

Perché la biodiversità è importante per il tuo business

E come la normazione offre strumenti per gestirla e integrarla nelle strategie aziendali: ecco il punto (in attesa della COP30 sui cambiamenti climatici)…

L’ISO Annual Meeting che si è tenuto nelle scorse settimane in Ruanda (vd. il nostro resoconto) è stato anche l’occasione per presentare alcune attività di standardizzazione di particolare rilevanza.
Tra queste, uno spazio è stato dedicato alla pubblicazione di uno standard che rappresenta il primo fondamentale contributo che il mondo della normazione internazionale offre sul tema della biodiversità.
foto tratta da PixabayPresentata durante la sessione “From risk to action: why biodiversity matters to your business“, la ISO 17298 “Biodiversity for organizations – Guidelines and Requirements”, pubblicata lo scorso 6 ottobre, intende supportare le organizzazioni nell’intraprendere azioni a favore della biodiversità. Nella fattispecie la ISO 17298:2025 offre delle linee guida – di forte impostazione pratica e di struttura scalabile – per aiutare le organizzazioni a valutare i propri impatti, le dipendenze, i rischi e le opportunità legate alla biodiversità.

Ma che cosa si intende per “biodiversità”?
La biodiversità è, letteralmente, la varietà della vita sulla Terra: una condizione essenziale per la salute degli ecosistemi e di conseguenza delle comunità che su di essi si poggiano e delle economie che a partire da queste si sviluppano.
Da ciò ne deriva che le minacce alla biodiversità non rappresentano solo un problema “ambientale” ma si riverberano in un quadro ben più complesso che coinvolge l’intera società in tutte le sue più svariate declinazioni.
Distruzione degli habitat naturali, sfruttamento eccessivo delle risorse, inquinamento antropico, cambiamenti climatici sono tutti fattori che evidenziano vulnerabilità evidenti ma anche responsabilità condivise sulle quali è opportuno interrogarsi ed è doveroso agire.
Quando la biodiversità viene persa, infatti, le aziende devono affrontare costi operativi più elevati, interruzioni delle catene di fornitura, oltre che rischi normativi e reputazionali. Preservare la biodiversità o contrastarne i fattori che la minacciano consente invece alle organizzazioni di rendere più solide le proprie attività, accedere a finanziamenti ecosostenibili e costruire un rapporto di fiducia con clienti, autorità di regolamentazione e società.

iso logo red oblIl nuovo standard ISO offre in tal senso uno strumento essenziale per aiutare tutte le organizzazioni a mettere in campo azioni misurabili e consapevoli per proteggere e – laddove è necessario – ripristinare la biodiversità.
Il punto fondamentale è pertanto integrare il concetto di biodiversità nelle strategie aziendali.
Illuminanti in questo senso le parole di Noelia Garcia Nebra, responsabile ISO “Sustainability and Partnerships”, attiva nel promuovere l’impegno nei confronti degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite: “Molte organizzazioni riconoscono l’urgenza di agire a favore della biodiversità, ma orientarsi in questo percorso può essere complesso. Finora, non esisteva uno standard concordato a livello globale che consentisse alle organizzazioni di integrare la biodiversità nelle loro strategie e attività“.

La nuova norma ISO si propone proprio di offrire un quadro comune, capace di superare quegli approcci estemporanei e frammentati che finora non hanno certo favorito una gestione efficace del problema.
La norma ISO 17298 colma questa lacuna“, aggiunge Noelia Garcia Nebra, “offrendo una roadmap strutturata che consente alle organizzazioni di valutare gli impatti sulla biodiversità e di considerarli efficacemente nelle proprie strategie. Lo standard ora pubblicato integra la biodiversità nelle principali pratiche di governance e gestione del rischio – non solo nel reporting di sostenibilità – garantendo l’allineamento con le aspettative globali e le operazioni organizzative“.

Se in ambito internazionale la norma ISO 17298 rappresenta un primo e fondamentale punto di convergenza su un tema finora non adeguatamente considerato in termini di governance strategica, anche nel nostro Paese l’argomento comincia ad essere affrontato con maggiore consapevolezza.
Un esempio quanto mai emblematico è dato dalla recente pubblicazione (lo scorso 23 settembre) di una Prassi di Riferimento, la UNI/PdR 179 “Requisiti per la valutazione e gestione dell’impronta di biodiversità e i progetti di generazione di Crediti di Biodiversità”, che rappresenta una significativa novità.
Sviluppato con il contributo del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, questo documento offre ad imprese e organizzazioni di carattere sia pubblico che privato un quadro metodologico di forte impronta pratica per misurare e ridurre l’impronta di biodiversità legata alle proprie attività, progettare interventi di rigenerazione ambientale capaci di generare Crediti di Biodiversità e comunicare in modo trasparente (e verificabile) il proprio impegno nella salvaguardia degli ecosistemi.
Si tratta, insomma, di uno strumento che permette di tradurre l’impegno per la salvaguardia della biodiversità in azioni specifiche, misurabili… e certificabili.

Il timing della UNI/PdR 179 è perfetto”, dichiara Simone Mazzola di 3Bee, Project leader del Tavolo di lavoro che ha sviluppato il documento, “perché arriva in un momento cruciale, rispondendo alla Nature Restoration Law (la legge europea che impone agli Stati membri di ripristinare gli ecosistemi terrestri e marini degradati, n.d.r.) e alla Roadmap europea dei Nature Credits. La Prassi di Riferimento è uno strumento pratico per le organizzazioni, che delinea passi pratici e concreti già interoperabili con framework chiave come CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), TNFD (Taskforce on Nature-related Financial Disclosures) e SBTN (Science Based Targets Network). A renderla unica e solida”, sottolinea Simone Mazzola, “sono tre pilastri individuati e sviluppati dal tavolo tecnico: la focalizzazione sull’impatto locale, per un beneficio ecologico tangibile per le comunità; la trasparenza scientifica, con dati aperti e tracciati; e la verificabilità di terza parte, integrata ‘by design’ per garantire la conformità e proteggere dal greenwashing”.

Le minacce alla biodiversità non sono un rischio astratto ma una realtà concreta di cui è necessario farsi carico proprio perché la nostra società, le nostre economie, il nostro benessere sul Pianeta dipendono dal corretto e naturale funzionamento degli ecosistemi.
Una foresta, ad esempio, non è solo una macchia verde ma un sistema vivente e articolato di specie animali e vegetali, flussi di nutrienti e modelli meteorologici che collaborano in un equilibrio perfezionato in milioni di anni per sostenere la vita. E ogni azione di deforestazione non può quindi che avere un impatto su questo fragile equilibrio e generare un influsso negativo che ha conseguenze sulla stabilità delle catene di approvvigionamento, sulla capacità di resilienza delle economie e sulla sostenibilità della crescita futura.

Considerare la biodiversità come un fattore strategico per il proprio business fa parte di una crescita culturale a cui la normazione tecnica può fornire un utile contributo e senza dubbio il tema sarà ampiamente dibattuto in occasione della COP30, la 30° Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma dal 10 al 21 novembre a Belém, in Brasile.

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