Articoli | 28 Aprile 2024

L’efficacia delle certificazioni accreditate per i sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro

La Giornata Mondiale della sicurezza sul lavoro è l’occasione ideale per ricordare l’importanza di un sistema di gestione certificato secondo la UNI EN ISO 45001:2023, i cui vantaggi e benefici sono evidenziati dal nuovo studio condotto da Inail e Accredia

Giornata Mondiale della Sicurezza e della Salute sul Lavoro

S. Amatucci, M. Barra, F. Benedetti, S. D’amario, G. Morinelli, A.Terracina

CSA INAIL e CTSS centrale INAIL

INAIL e Accredia hanno condotto, per la quarta volta, uno studio per il confronto dei livelli di rischio delle aziende con una certificazione accreditata UNI EN ISO 45001:2023 e le omologhe non certificate (è possibile scaricare il documento da qui).

Nel quinquennio 2017 – 2021 (oggetto dello studio) molti sono stati gli avvenimenti economici e politici legati anche all’emergenza pandemica che hanno avuto un impatto significativo sul mondo del lavoro, inoltre è stato modificato anche lo standard di riferimento con il passaggio dalla OHSAS 18001:07 alla norma UNI EN ISO 45001:2023.

Lo standard UNI EN ISO 45001:2023 è uno standard internazionale, in quanto pubblicato dall’International Organization for Standardization (ISO), ed è indicativo del processo di globalizzazione in corso e soprattutto dell’oramai maturata necessità di affermare in un unico standard riconosciuto a livello internazionale, tutti i modelli di gestione per la tutela dei lavoratori che negli anni si sono diffusi in Europa e nei Paesi in via di sviluppo.

Il riconoscimento internazionale di una norma ISO e la possibilità di una più agevole integrazione con altri sistemi di gestione hanno contribuito ad una maggiore diffusione dei sistemi di gestione per la salute e sicurezza tra le aziende. Le scelte operative degli Organismi di certificazione accreditati, supportate da strumenti e tecnologie, hanno consentito alle imprese di adottare sistemi di gestione certificati e di limitare, in questo senso, gli effetti delle restrizioni alle attività economiche conseguenti al Covid-19.

La pubblicazione di questo standard sotto l’egida ISO è un risultato al quale si è giunti dopo decenni di attesa e al quale Uni ha contribuito enormemente sia durante tutto il processo di redazione e sviluppo della norma che nel prosieguo dei lavori del ISO/TC 283. A tale impegno si deve anche il recente riconoscimento della norma presso il CEN propria a seguito di specifica proposta italiana.

Metodologia

Il campione delle aziende certificate oggetto dello studio, nel quinquennio, è risultato composto da 25.932 imprese certificate. A supporto dell’analisi controfattuale, dalle imprese del campione delle certificate è stato possibile desumere le caratteristiche in modo da costruire un campione corrispondente, riferito alle sole aziende non certificate, speculare per dimensione aziendale, per singola voce di tariffa INAIL, per regione di appartenenza e per anno di certificazione.

Il confronto tra i due campioni è transitato attraverso due indici monodimensionali in grado di tenere conto sia dell’andamento infortunistico che del peso degli infortuni gravi riferiti a quegli stessi infortuni. Per effettuare il confronto sono stati scelti alcuni parametri specifici come l’indice di frequenza (espresso come numero di infortuni ogni 1000 addetti) e il rapporto di gravità di infortunio, calcolato sul peso degli infortuni con menomazioni permanenti o mortali rispetto al totale degli infortuni definiti positivi

Come detto la costruzione del campione delle non certificate è stata effettuata selezionando, dall’universo delle imprese operanti in Italia, le imprese che hanno mostrato le stesse identiche caratteristiche delle imprese del campione delle certificate. In particolare, le caratteristiche richieste sono state quelle in grado di replicare un “mondo parallelo” rispetto a quello delle certificate, generando un pattern del tutto omogeneo e confrontabile; le variabili alle quali si è cercata corrispondenza nella “lettura” dell’i-esima azienda sono state individuate in base a:

  • Regione di appartenenza
  • Classe di dimensione aziendale
  • Voce di tariffa INAIL
  • Anno

Attraverso l’individuazione delle diverse combinazioni di queste quattro variabili si è arrivati a costruire la serie delle stratificazioni che in totale sono risultate essere 16.926, come riportato in figura 1.

Figura 1: Costruzione delle possibili stratificazioni

La numerosità degli esposti al rischio del campione delle imprese certificate nei cinque anni, circa 7 milioni di addetti, con un peso del 12,2% sugli addetti corrispondenti del campione delle non certificate, ha consentito un approccio di tipo parametrico, in grado di porre poche ipotesi alla base delle conclusioni.

Confronto

Nella tabella seguente viene riportato, sia per il campione di aziende certificate che per il campione di aziende non certificate, l’indice relativo alla frequenza degli infortuni suddivisi per i grandi gruppi di tariffa INAIL nei quali operano le imprese e la differenza percentuale rilevata per ognuno di essi.

Tabella 1: Confronto degli indici di frequenza degli infortuni tra imprese certificate e non certificate

Grande gruppo

 Tariffa

INAIL

Tipo di attività economica Campione certificate Campione non certificate Differenza percentuale
0 Attività varie 9,8 14,6 -32,9
1 Lavorazioni meccanico agricole, pesca, allevamenti 26,1 30,2 -13,6
2 Chimica, materie plastiche e carta 9,7 16,4 -40,9
3 Costruzioni edili, idrauliche, stradali 28,8 35,5 -18,9
4 Energia elettrica, gas e combustibili 13,4 19,2 -30,2
5 Industria del legno 18,3 23,1 -20,8
6 Metallurgia, macchine, mezzi di trasporto 12,7 19,9 -36,2
7 Mineraria, lavorazione di materiali non metalliferi 24,5 37,1 -34,0
8 Industrie tessili e della confezione. Pelli e cuoi 10,2 13,1 -22,1
9 Trasporti, facchinaggio, magazzinaggio 23,8 29,9 -20,4
  Complesso delle attività 18,8 24,3 -22,6

Dai dati emerge una certa variabilità della riduzione dell’indice in funzione del grande gruppo di tariffa ossia dell’attività economica registrata presso l’INAIL svolta dalle imprese (figura 2). Mostrano una riduzione dell’indice infortunistico superiore al 40% le aziende del settore chimico, una riduzione compresa tra il 30% e il 40% le aziende dell’energia elettrica, gas e combustibili e quelle appartenenti al grande gruppo della mineraria, lavorazione di materiali non metalliferi. Il valore più basso è registrato nel grande gruppo delle lavorazioni meccanico agricole, pesca, allevamenti. La variazione complessiva dell’indice di frequenza è pari al 22,6%.

Figura 2- Indici di frequenza dei due campioni e differenza percentuale

Nella tabella seguente è riportata la variazione dell’indice di gravità per le medesime tipologie di aziende messe a confronto.

Tabella 2: Confronto tra rapporto di gravità delle imprese certificate e non certificate

Grande gruppo

Tariffa INAIL

Tipo di attività economica Campione certificate Campione non certificate Differenza percentuale
0 Attività varie 12,8 15,2 -15,8
1 Lavorazioni meccanico agricole, pesca, allevamenti 9,7 13,7 -29,2
2 Chimica, materie plastiche e carta 15,3 17,8 -14,0
3 Costruzioni edili, idrauliche, stradali 25,5 33,4 -23,6
4 Energia elettrica, gas e combustibili 18,7 27,1 -31,0
5 Industria del legno 13,9 20,2 -31,2
6 Metallurgia, macchine, mezzi di trasporto 14,9 17,1 -12,9
7 Mineraria, materiali non metalliferi 18,9 25,7 -26,5
8 Industrie tessili Pelli e cuoi 13,1 21,4 -38,8
9 Trasporti, facchinaggio, magazzinaggio 12,8 20,8 -38,5
  Complesso delle attività 14,8 20,9 -29,2

 

Anche in questo caso si rileva una variazione del rapporto di gravità in funzione delle attività svolte dalle imprese (figura 3), con valori superiori al 30% per grandi gruppi dell’energia elettrica, gas e combustibili, delle industrie tessili e della confezione, pelli e cuoi e dei trasporti, facchinaggio, magazzinaggio; valori superiori al 20% si registrano nei grandi gruppi delle lavorazioni meccanico agricole, pesca, allevamenti, e della mineraria, lavorazione di materiali non metalliferi e delle costruzioni edili, idrauliche, stradali. La variazione complessiva del rapporto di gravità è pari al 29,2 %.

 

Figura 3- Rapporto di gravità nei due campioni e differenza percentuale

Come nello studio effettuato cinque anni fa, si rileva che l’indice di frequenza infortunistica è in discesa meno evidente rispetto al rapporto di gravità; quindi, la riduzione del fenomeno infortunistico risulta più contenuta in termini di frequenza e soprattutto viene arginata la gravità nel momento in cui accade l’evento lesivo. Le misure introdotte da una impresa sembrerebbero risultare maggiormente efficaci nel prevenire gli infortuni gravi, mentre un certo numero di infortuni lievi continuano ad alimentare l’indice di frequenza infortunistica.

Conclusioni

Nel complesso, i dati confermano, anche per tale edizione, la bontà dell’approccio gestionale organizzativo e dei SGSL certificati sotto accreditamento come metodologia finalizzata al miglioramento delle prestazioni del sistema e alla riduzione del fenomeno infortunistico e tecnopatico.

Tale dati quindi non possono che sottolineare la necessità di continuare a sostenere l’impegno nella diffusione degli SGSL sia attraverso le politiche di sostegno economico messo in campo ormai da decenni dall’Inail che attraverso la presenza dell’UNI ai tavoli di normazione internazionale.

Con un SGSL dotato di una certificazione accreditata, un infortunio su 4 viene evitato e quando questo, comunque, accade la sua gravità è del 30% più bassa; infortuni più rari e con gravità inferiore possono essere tradotti in termini economici come un rientro economico riferito all’investimento in prevenzione.

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