
Notizie | 19 Aprile 2024
Summit S7: un confronto prezioso
Si è tenuto a Roma il G7 della normazione: un momento storico, con l’augurio che diventi un appuntamento annuale.
Si è tenuto ieri mattina il Summit S7, organizzato nell’ambito della presidenza italiana del G7: un momento di confronto per discutere il ruolo degli standard a supporto delle politiche del gruppo dei sette. Un’occasione, anche, per interrogarsi sulle principali sfide globali e sugli ambiti emergenti della normazione.
L’evento è stato introdotto dal Presidente UNI, Giuseppe Rossi, che ha voluto ricordare come il sistema di normazione si basi sul confronto e sul coinvolgimento degli stakeholder, prerequisito essenziale affinché gli standard rispondano alle reali esigenze dell’economia e della società.
In tal senso le norme possono veramente essere un alleato essenziale per dare sostanza alle politiche internazionali, contribuendo alla prosperità e al benessere.
Il Summit si è aperto poi con le parole del Ministro Adolfo Urso – non presente in sala ma che ha lasciato un proprio messaggio ai partecipanti – dove ricorda come le sfide che i governi del G7 devono affrontare siano numerose e complesse. Tra queste, l’integrazione delle nuove tecnologie nella società e nel tessuto produttivo tocca un punto essenziale che coinvolge le attività di standardizzazione, le quali hanno il merito di offrire – oltre alle soluzioni più avanzate – anche un metodo. Gli standard volontari sono infatti basati sul consenso e si fondano su principi e valori democratici che è sempre utile ricordare e promuovere a tutti i livelli, per sviluppare un mercato trasparente e un futuro sostenibile, inclusivo e sicuro.
Nicola Allocca (Anticorruption Committee Chair – Business at OECD) ha quindi affrontato il tema della lotta alla corruzione: un tema che coinvolge tutti e che viene condiviso a livello internazionale vista la proposta di considerarla come 18° SDG. Di particolare rilievo, in questa direzione, il tema del whistleblowing sul quale la normazione si è già da tempo attivata (si pensi alla UNI ISO 37002:2021 “Sistemi di gestione per il whistleblowing – Linee guida”). Gli standard possono fornire dei riferimenti vincolanti e possono contribuire a stimolare condotte responsabili, anche diffondendo un modello di integrità.
Daniele Gerundino (membro del Centro studi sulla normazione di UNI nonché ricercatore associato dell’Università di Ginevra) ha invece affrontato uno dei temi più caldi della giornata: quello dell’intelligenza artificiale. Negli ultimi anni la crescita esponenziale della digitalizzazione ha posto le basi per lo sviluppo dell’AI e delle tecnologie ad essa associata. Tecnologie dalle potenzialità enormi – si pensi all’industria 4.0, come anche le molte applicazioni già ora in uso in ambito sanitario o nei trasporti – ma che comportano anche inevitabili rischi e minacce trasversali che, lungi dal dover essere ignorate, vanno debitamente governate. Anche in questo caso la standardizzazione può fornire il proprio contributo, con un approccio multidisciplinare, fissando le best practice e requisiti chiari di sviluppo. Una frontiera sfidante ma che conferma il ruolo che la normazione può svolgere, più che nella gestione di pratiche consolidate, nel disegnare un futuro più equo ed inclusivo.
Il primo panel, moderato dal Segretario generale ISO Sergio Mujica, è stato dedicato alle sfide emergenti, tra le quali sicuramente la transizione verde e quella digitale rappresentano punti nodali. A questo proposito Sergio Mujica ha ricordato come il mondo della normazione non parta da zero nell’affrontare queste sfide, ma abbia senz’altro tanta e proficua strada da percorrere, avendo sempre come principio guida l’inclusività e la collaborazione tra stakeholder.
E’ stato ad esempio sottolineato quanto sia importante rappresentare anche il mondo dei consumatori e, all’interno di esso, garantire una adeguata rappresentanza femminile. La gender equality è infatti un tema ancora da sviluppare e realizzare appieno. Così come il tema dell’intelligenza artificiale richiama con ancora maggior forza l’esigenza di un enpowerment femminile. E’ infatti importante, in termini più generali, che l’AI non ricalchi paradigmi di diversità bensì promuova l’inclusione. In questo campo la standardizzazione ha il compito importante di ottimizzarne le potenzialità e minimizzarne i rischi.
Nei vari interventi che si sono succeduti è stato sottolineato quanto gli standard siano fondamentali per una economia veramente sostenibile, per avere principi guida e codici di condotta adeguati agli attuali sviluppi dell’AI, per migliorare la qualità del lavoro, per facilitare l’accesso alle risorse digitali, per promuovere l’innovazione e la competitività industriale, per qualificare competenze.
Di particolare incisività – un “discorso di ispirazione”, lo ha definito Sergio Mujica – l’intervento di Alberta Pelino, President Young Ambassadors Society (YAS) e Chair Y7 Italy, per la quale sostenibilità, economia circolare e difesa del pianeta sono temi molto importanti per i giovani, l’80% dei quali ritiene che il problema più urgente sia rappresentato dai cambiamenti climatici. Da qui la necessità che la normazione traduca queste sensibilità e queste aspettative in impegni precisi. Il desiderio è quindi quello di un quadro di standardizzazione inclusivo e proattivo che dia voce ai giovani, per un futuro più sostenibile.
Nel secondo panel “Soluzioni condivise” – moderato Elena Santiago Cid, direttore generale CEN-CENELEC – è stata data voce agli enti di normazione dei paesi del G7, ognuno dei quali ha voluto evidenziare particolari ambiti di interesse.
Così Chantal Guay (Chief Executive Officer della canadese SCC) ha sottolineato come la normazione possa essere utile per affrontare la questione dei “gender bias“, ossia i pregiudizi legati al genere. Le persone fanno gli standard, e se le persone hanno pregiudizi, questi avranno anche un impatto sugli standard che vengono prodotti. Per questo il processo di sviluppo degli standard deve essere libero da pregiudizi di genere.
Olivier Peyrat (Direttore generale di AFNOR) ha voluto ribadire l’importanza della partnership pubblico-privato, così come Michael Stephan (membro del Management Board di DIN) ha ricordato come i prodotti e le piattaforme della normazione siano sempre più orientati al mondo del digitale. In questa direzione vanno, ad esempio, i lavori per il Digital Product Passport.
David Bell (Director of Standards Policy di BSI) ha posto l’accento su quanto gli standard riescano a dare fiducia e sicurezza a consumatori e investitori grazie a un consolidato approccio multistakeholder e a un sistema basato sul consenso.
Ruggero Lensi, Direttore generale UNI, ha invece ricordato come gli standard debbano seguire il passo di un mercato, peraltro in continua evoluzione, in modo etico. Ed è proprio la frontiera dell’etica quella più foriera di sviluppi futuri. Partendo dalla ormai storica norma sulla responsabilità sociale (ISO 26000), vanno ricordati i lavori sull’economia circolare (a proposito della quale l’Italia si sta dimostrando leader a livello internazionale) e quelli sulla parità di genere, con la pubblicazione della UNI/PdR 125 e le relative certificazioni (con rilascio di un apposito Marchio UNI) a cui sono ricorse già più di un migliaio di aziende su scala nazionale.
Nao Nishikawa (Deputy Secretary-General della giapponese JISC), con un richiamo a promuovere lo sviluppo di standard per le PMI che rappresentano la gran parte del tessuto imprenditoriale del Paese, e Joseph Tretler (Vice President International Policy di ANSI) che ha ricordato come le norme tecniche debbano sempre più rispondere alle sfide del mondo reale, supportando anche standard internazionali come ad esempio quelli sulla sanificazione delle acque, hanno concluso il dibattito.
Il G7 della normazione ha dunque rilanciato un impegno comune a promuovere l’innovazione tecnologica ma anche l’inclusività e la sostenibilità, confermando il ruolo degli standard per raggiungere un autentico e solido progresso economico e sociale.
Ottenerlo attraverso un processo democratico, come è per definizione quello della normazione, e attraverso la collaborazione internazionale è insieme un messaggio potente e un auspicio per il futuro di cui abbiamo tutti particolarmente bisogno.
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